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4. Rischi e pericoli per la democrazia

La polarizzazione dei conflitti e dei disaccordi tra comunità diverse, la paura del futuro e una sorveglianza e un controllo eccessivi delle persone sono temi e preoccupazioni che si riflettono in una serie di opere che esprimono stati di crisi e di disagio, inducendoci ad adottare una posizione consapevole nei confronti delle realtà che interpretano. Willie Doherty ha fotografato un paesaggio urbano, una strada desolata nella sua città natale Derry avvolta in una foschia luminosa, i cui abitanti sono assenti o rinchiusi nelle loro case. Mediante un’ellissi, coglie una situazione caratterizzata da una violenza e una tensione celate e la intitola con la parola Enduring, che indica resistenza, tenacia e integrità.

Doherty ricorre quindi a un legame tra la parola e l’immagine, pratica già seguita nel 20° secolo dal dadaismo, dal surrealismo e successivamente dell’arte concettuale. Utilizza questa risorsa semantica per fare riferimento al conflitto storico, politico e sociale avvenuto in Irlanda del Nord e allude ai messaggi e ai graffiti lasciati sui muri di Derry da entrambe le parti del confronto.

Si tratta di messaggi laconici e, a prima vista, enigmatici, come quelli scritti sul dittico: Many have eyes but cannot see (1992). Sul pannello sinistro la scritta “Vanishing point” (punto di fuga) e sul destro “Blind spot” (punto cieco) alludono forse agli angoli morti che la sorveglianza mediante telecamere o pattuglie non riesce a vedere.

L’occhio con le sue potenzialità di vedere e controllare inavvertitamente certe parti del territorio e ambiti della vita sociale costituisce un elemento iconografico inquietante nell’opera fotografica retroilluminata Believe in me (2005), del duo artistico TwoFourTwo, dove la grande palpebra di un occhio umano si distingue chiaramente dietro una griglia metallica che richiama le sbarre di un carcere. Ispirandosi a uno specifico contesto storico-sociale, Doherty ha creato un’immagine – Endurance – il cui significato, se tralasciamo il suo contesto geografico e politico, potrebbe essere genericamente esteso a qualsiasi altro luogo e situazione in cui la società civile mantiene una resistenza solidale e silenziosa di fronte a una minaccia. Inoltre, l’opera di Doherty implica la volontà di mantenere viva la memoria degli eventi che hanno portato al conflitto. Da questi è possibile cogliere un avvertimento circa la necessità di aumentare la capacità civica e creativa delle società di risolvere pacificamente i problemi, promuovere la cooperazione ed evitare situazioni estreme e violente come quella illustrata nell’opera The Convert (1992) di James Hanley.

Quando lo Stato si trasforma in un apparato temibile che non è al servizio dei cittadini ma li utilizza e invade la loro vita privata, assume la forma mostruosa di un leviatano. Questa creatura mitologica può essere scorta mentre emerge dall’oceano nel pannello centrale del trittico apocalittico di Andrey Daniel, Trilogy: The Elusive Meaning of Cause and Effect: To Bruegel, The Mating Season of the Leviathans, The Death of Worker X (2009). Daniel probabilmente evoca Leviathan (1651) di Thomas Hobbes attraverso un omaggio al pittore del sedicesimo secolo Pieter Brueghel Il Vecchio. In particolare, farebbe riferimento a uno dei capolavori di Brueghel, Dulle Griet (ca. 1564), della collezione del Museum Mayer van den Bergh di Anversa, dove il personaggio principale, Dulle Griet, guarda alla bocca dell’inferno, rappresentata dal volto del leviatano.

Proprio come i dipinti di Brueghel possono essere considerati documenti visivi della cultura popolare del sedicesimo secolo, i personaggi del trittico di Daniel sono persone comuni del ventunesimo secolo: turisti nel pannello di sinistra e muratori in quello di destra. Tutti affrontano all’improvviso un cataclisma cosmico che sconvolge gravemente le loro vite. In Bulgaria Daniel è riconosciuto come “un artista, un leader della comunità, un collega, un mentore, che si è affermato come una delle figure artistiche di spicco che porta avanti la pittura bulgara tra la fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo”. Come ha sottolineato uno dei migliori conoscitori delle opere del pittore, Daniel credeva e ha dichiarato che gli artisti dovrebbero sintetizzare il significato: “”E se non impariamo a inventare un significato, a sintetizzare il significato per noi stessi e per gli altri, per gruppi molto grandi di persone, allora questa esistenza sarà piuttosto una sorta di stato vegetativo”.

Altri pericoli e catastrofi – terrorismo, guerra, vandalismo, ecc. – che minacciano anch’essi la democrazia e la libertà, sono stati rappresentati umoristicamente da Flo Kasearu nella serie di disegni Fears of a Museum Director (2014). Queste scene all’apparenza comiche assumono un significato più profondo: esprimono la paura dell’incertezza del futuro attraverso un approccio tipico delle vignette giornalistiche, mostrando un repertorio di situazioni estreme e catastrofiche in cui potrebbe essere coinvolta qualsiasi istituzione pubblica o privata.

Il rischio di un pensiero non critico e dell’alienazione trova una rappresentazione allegorica accurata nell’olio sul legno The Parade (1983) di Yannis Gaitis. In questa opera sono illustrati i principi del sovraffollamento, dell’indottrinamento e dell’omogeneizzazione, mostrando la comunanza dell’uomo trasformato in un branco lineare e alienato di esseri umani identici in file che si sovrappongono. Gaitis dà un tocco di umorismo a questa rigida folla di individui, consentendoci di digerire più facilmente questa rappresentazione di un sistema sociale estremamente uniforme. Infine, una sensazione di incertezza è trasmessa da End of the public road (1995) di Dan Wolgers, in cui l’osservatore può riconoscersi nel conducente del veicolo riflesso nel cartello metallico blu posto al bordo della strada. Se consideriamo la strada pubblica come un’immagine metaforica della civiltà e dello Stato di diritto, possiamo allora interpretare questa foto come un’avvertenza ambigua su ciò che può essere scorto al di là dell’ambito in cui si applica il principio della certezza del diritto.

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