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Barrie COOKE


(1931 - 2014)

Cooke nasce nel Cheshire, in Inghilterra, nel 1931. Seppur nato in Inghilterra, da bambino l’artista vive in Giamaica e nelle Bermuda prima che nel 1947 la famiglia si stabilisca definitivamente negli Stati Uniti d’America, di cui la madre è originaria. Lì studia storia dell’arte e biologia a Harvard. Dopo un breve periodo trascorso in Irlanda (1954-1955) durante il quale tiene la sua prima esposizione da solista, la curiosità accademica lo porta a Salisburgo per formarsi presso la “Scuola del Vedere” di Kokoschka, sotto la guida dello stesso Kokoschka.
Sebbene l’artista faccia dell’Irlanda la sua base, viaggia in lungo e in largo per il mondo, recandosi tra l’altro in Borneo, Nuova Zelanda, Giamaica, Malaysia, Lapponia, Cuba, Capo Cod, Messico, Russia e Madera. Tutte queste esperienze si radicano profondamente nella sua arte.

Cooke è celebre soprattutto come artista paesaggista, per le sue composizioni semiastratte che integrano elementi scultorei e per i materiali che offrono un punto di vista unico sul genere. I suoi paesaggi sono trascendentali, sia nella rappresentazione che nel soggetto. Il paesaggio si impone come un motivo, dove i suoi cicli di declino, cambiamento e morte ispirano continuamente dei cicli di trasformazione. Cooke crede che sia un suo compito documentare, spiegare e trascrivere queste esperienze filosofiche primarie attraverso la raffigurazione della vegetazione in fiore, e dei resti e delle carcasse. L’artista produce anche alcuni nudi straordinari che celebrano la forma umana senza idealizzarla, ed è anche un prolifico scultore a tempo parziale, come dimostrato dagli ossuari in perspex prodotti principalmente negli anni ’70.

I poeti e gli scrittori sono tra i frequenti collaboratori e sostenitori dell’artista. Il premio Nobel Seamus Heaney ne elogia lo stile, mentre il poeta emerito britannico Ted Hughes ne condivide il fascino elementare, quasi metafisico, per la natura.

Il contributo di Cooke alla pittura paesaggistica è omaggiato con tre retrospettive principali: alla Douglas Hyde Gallery di Dublino nel 1986; al Haags Gemeetemudeum dell’Aia nel 1992 e al Lieu d’Art Contemporain di Perpignan, in Francia, nel 1995. Rappresenta l’Irlanda alla Biennale di Parigi nel 1963 e le sue opere entrano a far parte della collezione permanente di varie istituzioni di alto profilo quali l’Irish Museum of Modern Art di Dublino, l’Ulster Museum di Belfast e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, oltre a quelle già menzionate in precedenza. L’artista riceve il premio Martin Toonder nel 1987.

Cooke si spegne nel 2014 a Leighlinbridge, nella contea di Carlow, in Irlanda.

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