Bruno Cassinari nasce a Piacenza nel 1912. Allievo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove studia con Aldo Carpi (1934-1938), sfida con veemenza il regime fascista in Italia, cosicché la sua arte assume presto una dimensione politica, pur ispirandosi anche alle avanguardie del XX secolo, al Fauvism, all’espressionismo e soprattutto al cubismo.
La sua opposizione intellettuale si manifesta attraverso l’adesione al gruppo Corrente, di cui entra a far parte nel 1939. Il gruppo, che annovera tra i suoi membri anche Renato Guttuso, Emilio Vedova, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Ernesto Treccani e Giuseppe Migneco, riconosce l’importanza dell’opera di Picasso Guernica quale simbolo ed estetica della lotta contro la barbarie e la tirannia attraverso l’espressione artistica. Lo stesso anno vince il Premio Littoriali. Nel 1941, con l’aiuto e il sostegno di Elio Vittorini, Cassinari organizza la sua prima personale, esponendo un ritratto di Rosa Birolli (Il ritratto di Rosetta), con il quale vince il Premio Bergamo.
Il decennio successivo è caratterizzato da aspirazioni e collaborazioni internazionali. Come molti dei suoi maestri moderni – Cézanne, Matisse, Picasso, Van Gogh o Modigliani – Cassinari è sedotto dal fascino magnetico della Francia. Tuttavia, a differenza dei suoi contemporanei, non sceglie come destinazione Parigi, bensì Antibes, dove risiede tra il 1949 e il 1952. Più vicina alla sua sensibilità mediterranea, la costa francese si rivela una ricca fonte d’ispirazione e opportunità. Incontra maestri contemporanei come Chagall, Matisse, Braque e Picasso, che lo invitano personalmente a esporre le sue opere al museo di Antibes.
Il suo periodo internazionale è caratterizzato da innumerevoli mostre e dalla partecipazione a varie biennali. Cassinari estende la propria attività artistica al continente americano partecipando a diverse mostre a partire dal 1949, tra cui Twentieth-Century Italian Art presso il Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Nel 1950 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia con cinque dipinti. Sarà nuovamente presente alla Biennale nel 1952 (vincitore del Gran premio della Pittura Italiana), 1956, 1960, 1962 e 1964. Nel 1951 partecipa alla mostra Italian Artists of Today in Scandinavia, allestita nei musei di Göteborg, Helsinki, Oslo e Copenaghen. Lo stesso anno partecipa alla prima edizione della rassegna Pittori d’Oggi Francia-Italia e vince il premio Taranto di pittura.
Nel corso del decennio Cassinari diventa sinonimo di arte contemporanea italiana e figura regolarmente nelle mostre retrospettive o inaugurali di questa nuova generazione di artisti italiani. Tra gli esempi degni di nota figurano una mostra d’arte contemporanea italiana organizzata dall’Arts Council of Great Britain nel 1956 e le mostre Italian Art of the 20th Century in vari musei in Australia, Modern Italian Art a Londra, Plymouth e Birmingham nel Regno Unito nel 1956, Painting in Post-War Italy 1945-1957 presso la Columbia University di New York dal 1957, Moderne Italiaanse Kunst ad Amsterdam ed Eindhoven, Italian Paintings of Today a Londra e Peintres d’aujourd’hui France-Italie a Parigi (tutte negli anni ’60). Lo spirito di resistenza di Cassinari è celebrato anche in diverse mostre, tra cui Il dopoguerra. La pittura italiana dal ’45 al ’55 presso il Castello Estense di Ferrara o Arte e Resistenza in Europa alla Galleria Civica di Bologna e a quella di Torino (1965).
Le retrospettive iniziano a moltiplicarsi a metà degli anni ’60. Nel 1965 la Galleria Bergamini di Milano espone un’ampia selezione di dipinti, sculture e acquerelli. La Galleria di Busto Arsizio dedica a Cassinari un’antologica nel 1981, con olii, disegni, sculture e litografie. La sua città natale fa lo stesso due anni dopo, inaugurando una retrospettiva di 150 opere curata da Gian Alberto Dell’Acqua e Giovanni Anzani a Palazzo Farnese.
Cassinari muore nel suo studio di Milano nel 1992, ma la sua opera continua a essere celebrata in numerose mostre postume.