Costas Tsaras nasce a Ftiotide nel 1928. Dopo essersi laureato all’Accademia di belle arti di Atene, che dà vita a un corpus politico e consapevole a livello sociale con S. Papaloukas e G. Morali, la formazione artistica di Tsaras inizia davvero solo negli anni ’60 in seguito al trasferimento a Parigi, dove rimarrà fino al 1971. Nella capitale francese continua a studiare litografia all’École des beaux-arts di Parigi con M. Briançon, E. Clairin. Questo periodo coincide con l’incontro dell’artista con le correnti astratte della scuola parigina e lo orienta verso uno stile pittorico non figurativo.
Tornato in Grecia, l’artista si esprime in totale libertà, sia attraverso la figurazione che l’astrazione. La produzione pittorica del suo periodo in Grecia è ispirata dagli eventi storici che hanno scosso la Grecia moderna (dittatura, guerra civile, occupazione), nonché dal suo villaggio natale, Pelasgia (ritratti, scene quotidiane, alberi, architettura del villaggio e paesaggi, in altri parole, le esperienze personali dell’artista).
Nonostante la creazione di dipinti che sembra facile raggruppare in serie, il polimorfismo del linguaggio pittorico di Tsaras impedisce di classificare le sue opere secondo una corrente particolare. L’artista sceglie spesso la tecnica in relazione al tema e adotta soluzioni artistiche diverse, non solo in base al tema, ma anche all’interno della stessa unità tematica e nell’arco di un anno sceglie soluzioni sempre soggette alle sue emozioni. Questo spiega l’alternanza di forme e colori e l’uso di motivi ricorrenti. Sebbene le sue composizioni siano talvolta basate sulla linea e talvolta sul colore, Tsaras mostra rapidamente la sua predilezione per il colore impostato su semplici motivi geometrici o addirittura esploso in punti. Le sue opere uniscono arti primitive, arte greca, arte bizantina e arte moderna europea. La sua arte è simbolica e umanistica, mescolando sacro e profano, sentimentale e politico, martirio e popolarità, amore per la natura e per il genere umano. È un’arte libera, al di fuori di ogni dottrina, che rispecchia perfettamente la personalità del creatore.
Le sue sculture, alte colonne di legno, rivelano un’influenza diretta della scultura africana e affermano che le sue attività di pittore, scultore e incisore erano in costante dialogo e interazione. Le sue incisioni sono altamente sistematiche.
Tsaras presenta le sue opere in mostre individuali e collettive. Le sue opere si trovano, tra gli altri, presso la Biblioteca Nazionale e al Museo d’arte moderna di Parigi e alla Pinacoteca municipale di Rodi. Illustra libri di poesia neoellenica e straniera, di mitologia greca di G. Gerali e dipinge le scene e i costumi per le tragedie “Edipo re” e “Aiace” al Teatro civico di Jonnesburg. È anche membro della Camera delle belle arti della Grecia.
Tsaras si spegne nel 1986.