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Jean-Michel FOLON


(1934 - 2005)

Jean-Michel Folon nasce a Bruxelles nel 1934. Figlio di un commerciante di carta, ha facile accesso alle materie prime e inizia presto a disegnare. Spinto dalla sua abilità precoce, Folon si iscrive a un lungo percorso di studi artistici, prima presso l’École d’Art St-Luc, e poi presso l’École nationale supérieure des arts visuels de La Cambre, dove studia disegno industriale. Lì scopre la massima che diventerà il suo mantra estetico per il resto della sua carriera: il “less is more” (meno è meglio) di Mies Van der Rohe. Durante questi anni di formazione, i suoi primi disegni sono pubblicati su periodici locali (Moustique e Pan).

Folon lascia la scuola e parte alla volta di Parigi nel 1955 per cercare nuove opportunità. Per cinque anni ininterrotti disegna ogni giorno. Purtroppo a Parigi non riceve molta attenzione nonostante i risultati di questo intenso periodo creativo. Imperterrito e pieno di risorse, Folon si rivolge a New York, inviando spontaneamente i suoi disegni a delle riviste e ottenendone la pubblicazione su Horizon, Esquire e The New Yorker. L’America chiamava e Folon ha risposto. Anche Fortune, Atlantic Monthly e Time Magazine gli offrono nuove opportunità. Dall’America all’Italia, passando per il Giappone, fino a tornare in Francia, l’artista accresce la sua notorietà.

Nel 1973, dopo aver ottenuto la pubblicazione di una versione illustrata de La Metamorfosi di Kafka, Folon viene selezionato per rappresentare il Belgio natio alla Biennale d’arte di San Paolo, dove riceve il Grand Prize. Da questo momento in poi Folon ottiene una miriade di opportunità di collaborazione artistica di tutti i tipi: copertine di riviste, design per stazioni della metropolitana, esposizioni da solista (ad esempio presso l’Institute of Contemporary Arts di Londra), poster per festival, design concettuali, murali pubblici monumentali, illustrazioni letterarie di famosi autori passati e contemporanei e progettazioni di scenografie teatrali. Viene addirittura ingaggiato di tanto in tanto per ruoli in film di animazione e tradizionali, tra cui spicca il ruolo da protagonista maschile in L’Amour Nu (1981).

Inutile dire che sono poi seguite retrospettive delle sue opere. I suoi poster sono esposti a Parigi nel 1984, a Osaka e Kamakura nel 1985, e al Museo Olimpico di Losanna nel 1996. Nel 2005 si tiene a Firenze la più grande esposizione antologica organizzata finora.

Nel 1988 Amnesty International chiede a Folon di illustrare la Dichiarazione universale dei diritti umani in tutte le sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. Due anni dopo, i suoi acquerelli e primi oggetti trasformati sono esposti a New York presso il Metropolitan Museum of Art. Da quel momento in poi Folon si interessa sempre di più alla scultura e alla consapevolezza ambientale. La costa belga diventa uno dei suoi strumenti preferiti per illustrare questi due temi nelle sue opere successive.

Nel 2000 viene fondata la Fondation Folon presso la Tenuta Solvay, una tenuta protetta appena fuori Bruxelles, a La Hulpe, dove l’artista trascorre del tempo durante l’infanzia. La fondazione viene ampliata e riorganizzata nel 2004. Nel 2015, nel Principato di Monaco, viene istituito un progetto derivato chiamato “L’atelier Folon”, volto alla promozione dell’eredità dell’artista nel principato.

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