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Leonardi LEONCILLO


(1915 - 1968)

Leoncillo, nome completo Leoncillo Leonardi, nasce a Spoleto, Umbria, nel 1915. La sua passione e la sua arte sono il prodotto di una tragica infanzia. Orfano di padre a tre anni, di carattere ribelle e indisciplinato, all’età di 15 anni viene espulso dall’Istituto Tecnico di Spoleto per problemi di condotta. Per reazione si isola e si trasferisce in soffitta della sua casa, chiuso in un rancoroso silenzio. Qui comincia a scolpire blocchi di creta che il fratello Lionello gli porta per confortare la sua solitudine, disegna senza posa e si appassiona alla storia dell’arte. Incanalerà questa passione nello studio presso l’Istituto d’arte di Perugia, che frequenta tra il 1931 e il 1935, e poi presso l’Accademia di Belle arti di Roma, dove studia sotto Angelo Zanelli.

Nella capitale italiana frequenta la Scuola Romana, tra cui Libero de Libero, Corrado Cagli, Mirko e Afro Basaldella, Renato Guttuso, insieme ad altri artisti contemporanei.

Nel 1939 si trasferisce a Umbertide, dove approfondirà le sue conoscenze tecniche attraverso la collaborazione con le ceramiche Rometti, aumentando gradualmente le dimensioni delle sculture che cuoce nei forni. Nel 1940, su invito di Gio Ponti, condivide una sala alla settima Triennale di Milano con Salvatore Fancello nell’ambito dell’esposizione di ceramiche, dove espone le prime ceramiche realizzate nei forni umbri. Conquista una medaglia d’oro per le arti applicate.

In quegli anni burrascosi Leoncillo torna a Roma nel 1942. La drammatica realtà della guerra lo spinge verso un impegno politico e sociale più diretto. Convinto antifascista, combatte con le forze partigiane affiliate alla Brigata Francesco Innamorati Garibaldi di Foligno, frequenta giovani antifascisti in Umbria e a Roma e in generale vive la propria vita al ritmo della resistenza. A parte la tragedia, il periodo è caratterizzato dall’emergere di linguaggi stilistici “europei” che influenzeranno l’espressione di Leoncillo, in particolare il post-cubismo, altri omaggi a Picasso e l’informalismo. Subito dopo la guerra, partecipa a numerose mostre di gruppo, dove presenta sia sculture che oggetti dell’arte applicata nel tentativo consapevole di ravvivare la tradizione artistica italiana, una missione che persegue come professore di arti plastiche e decorative presso l’Istituto statale d’arte di Roma.

Negli ultimi anni della sua vita, insieme al fratello Lionello e al suo collega pittore e amico Ugo Rambaldi, Leoncillo contribuisce a fondare l’Istituto statale d’arte di Spoleto, successivamente rinominato in suo onore a seguito della sua morte prematura.

Leoncillo muore nel 1968. L’anno successivo si tiene a Spoleto una mostra monumentale in cui viene esposta la maggior parte delle sue opere.

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