Emilio Vedova nasce a Venezia nel 1919. Figlio di una famiglia di artigiani-operai, inizia a lavorare in fabbrica, poi fa l’apprendista presso un fotografo e nella bottega di un decoratore. Il suo appassionato interesse per la pittura lo porta a lavorare intensamente da autodidatta fin dagli anni ’30. I suoi schizzi risalenti a questo primo periodo, che documentano i suoi viaggi, presentano i segni distintivi dei tratti lineari nervosi che formeranno lo stile inconfondibile delle sue opere.
La sua città natale occupa un posto unico nel suo sviluppo estetico. La tradizione veneziana, in tutte le sue forme, emerge nel suo stile. Oltre agli influssi internazionali di Rembrandt, Goya e Daumier, il suo lavoro è profondamente evocativo di Tiziano, Tintoretto, Guardi e dell’architettura barocca veneziana, da cui trae un particolare senso di dinamismo.
Alla fine degli anni ’30 frequenta una scuola libera di nudo a Firenze. Le opere ispirate a questo periodo saranno esposte un decennio più tardi alla Galleria Ongania di Venezia, insieme a nature morte e ad altre opere. In questo periodo Vedova coltiva anche un’ampia rete di contatti artistici. Entra in contatto con il gruppo Corrente (1942-1943), in cui collaborano anche Renato Guttuso e Renato Birolli. Il periodo è tuttavia interrotto dalla Seconda guerra mondiale, quando Vedova si unisce alla resistenza a Roma e combatte sulle colline piemontesi. Nel 1946 è firmatario del manifesto realista Oltre Guernica e cofondatore della Nuova Secessione Italiana a Venezia, poi Fronte Nuovo delle Arti.
In qualità di membro di questi collettivi, realizza una serie di pastelli, in cui riversa i suoi forti sentimenti causati dall’esperienza della guerra, che continuerà a incanalare nelle sue opere negli anni futuri. Queste opere sono esposte alla Biennale di Venezia del 1948 e nel 1952 quando una sala è interamente dedicata a lui.
Negli anni ’50 realizza i suoi celebri cicli di opere: Scontro di situazioni, Ciclo della Protesta e Cicli della Natura, che si riveleranno un importante primo passo verso il riconoscimento internazionale e che lo portano a partecipare alla I Biennale di San Paolo nel 1952, dove vince un premio che gli permetterà di trascorrere tre mesi in Brasile. Nello stesso anno, Rodolfo Pallucchini organizza e cura la sua prima mostra personale all’estero presso la Galleria Viviano di New York, dove Vedova espone le sue “geometrie nere”.
Nel corso del decennio, l’artista continua a espandere la sua rete, aderendo al Gruppo degli otto. Questa affiliazione segna un passaggio da concezioni geometriche rigorose a un’arte astratta più informale, gestuale e romanticamente espressiva. Per Vedova è un momento di catarsi, in quanto è in grado di esprimere in modo più puro e più autentico i sentimenti di protesta, paura e tensione che lo hanno perseguitato fino a quel momento.
Nel 1961 inizia a lavorare nel suo ciclo Plurimi, diviso in quelli veneziani (1961-1963) e quelli berlinesi (1963-1964). Decide di trasferirsi in Germania per soddisfare il suo desiderio di affrontare le sue ansie e di vivere di persona i timori e le tensioni sociali emergenti nella città. In questo periodo, inoltre, Vedova coglie alcune grandi opportunità: nel 1963 una sua opera è esposta nella mostra Contemporary Italian Paintings in Australia e nel 1963-1964 espone alla mostra Peintures italiennes d’aujourd’hui, che fa il giro del Medio Oriente e del Nord Africa.
Vedova muore nel 2006, ma il suo lavoro continua a ispirare nuove generazioni attraverso una moltitudine di mostre personali postume. Tra le ultime figurano Emilio Vedova Immagini del Tempo 1936–2006, Palazzo Reale, Milan (2019); Emilio Vedova di/by Georg Baselitz, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2019); Historical Survey, Galerie Thaddaeus Ropac, Parigi (2018); Solo, Museo Novecento, Firenze (2018); Emilio Vedova dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli, Torino (2018); Emilio Vedova: De America, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2017); Georg Baselitz – Emilio Vedova, Museum Küppersmühle, Duisburg, Germania (2016); Emilio Vedova: Disegni, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2016); Emilio Vedova & Georg Baselitz, Galerie Thaddaeus Ropac, Salisburgo, Austria (2015); Frammenti Expo “67: Emilio Vedova, Magazzini del Sale, Venezia (2015); Vedova in tondo, Spazio Vedova, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2014); Vedova Plurimo, Museo Correr/Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano/Ca’ Pesaro, Venezia (2013); Emilio Vedova… Cosiddetti Carnevali…, Spazio Vedova, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2013); Emilio Vedova ‘Teleri 1981-1985’, Spazio Vedova, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2012); Lacerazione: Plurimi/Binari ’77/’78, Spazio Vedova, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2012); Emilio Vedova 1961 & 1984, Magazzini del Sale, Venezia (2011); … in continuum, compenetrations/transferred ’87/’88, Spazio Vedova, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2011); e Emilio Vedova Scultore, Spazio Vedova, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia (2010).