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7. Democratizzazione dell’arte 

Il radicamento dell’arte nella vita quotidiana, nelle tematiche importanti e nelle preoccupazioni sociali del momento, come il rapporto tra cultura e mercato, i movimenti migratori o la famiglia, si manifesta con particolare enfasi nelle seguente selezione di opere.

Attualmente, questo attivismo sociopolitico dell’arte trova nei graffiti una delle sue espressioni più efficaci, controverse e riconoscibili a livello mondiale. Knock, Knock Knocking On Heaven’s Door (2007), di Jaan Elken, è il risultato di un energico esercizio che coniuga le risorse tecniche del tachisme e dei graffiti. Dopo un periodo iperrealista, Elken si lascia ammaliare da questo fenomeno culturale di strada che spesso ammirava quando viveva nella periferia di Lasnamäe e, per raggiungere il suo studio, doveva salire diversi piani tappezzati di simboli urbani.

Medicine cabinet (1992) di Joep van Lieshout è una cassetta metallica di colore grigio neutro e dall’aspetto comune. Si tratta di una riproduzione a stampo di un’unità industriale, un esempio di oggetto artistico discreto e concettuale, in cui la paternità e la personalità dell’artista sembrano assenti. L’opera rivela tuttavia il suo carattere contraddittorio quando, aprendo la cassetta, si scopre la firma dell’artista, scarabocchiata in grande sul fondo.

Nel 1995 l’artista fonda l’Atelier Van Lieshout, studio che applica una metodologia intesa a sfatare il mito del genio artistico. Allo scopo di produrre arte utile e immaginativa, dotata di un certo senso di umorismo e al servizio della società, Van Lieshout ha immaginato una pratica multidisciplinare che produce opere ai confini tra arte, design e architettura, indagando la sottile linea che divide la produzione artistica dalla produzione in massa di oggetti funzionali.

La produzione e il consumo di alimenti trasformati industrialmente e venduti come prodotti standardizzati grazie a icone pubblicitarie sono un tema centrale dell’omaggio che Marko Blažo’s rende ad Andy Warhol, citando esplicitamente la serie di 32 barattoli di zuppa Campbell realizzata dall’artista statunitense nel 1962, oggi considerata una pietra miliare della pop art. In Warhol 1 (2007), Blažo ha racchiuso il barattolo di zuppa in un portico greco-romano, un’avvolgente corazza esterna che evoca l’antichità romana e l’arte classica, suggerendo così una sorta di unione tra cultura classica e cultura di massa.

I movimenti migratori e il loro profondo impatto sulle famiglie e le società sono uno dei temi centrali delle opere dell’artista maltese Ruth Bianco, Ad esempio, in Connecting geographies e Tidal dialogues and transit zones, Bianco sviluppa una pratica artistica basata sulla ricerca, che pone interrogativi sulle questioni del territorio e dei movimenti transfrontalieri.

Il polittico Lines of migration (2020-2021) è indubbiamente legato all’arte contestataria o alla street art, come denotano l’uso espressivo del collage, l’efficacia comunicativa dei simboli e i messaggi laconici che figurano nell’opera. Come ha sottolineato l’artista stessa, l’elemento artigianale e tattile svolge un ruolo fondamentale nel suo concetto, soprattutto perché l’opera è stata realizzata durante la pandemia di COVID-19, quando il mondo ha dovuto ricorrere a forme di contatto virtuali e al distanziamento sociale.

In Family (2019), Edith Karlson esplora la tematica dei legami familiari da una prospettiva insolita. L’artista lavora spesso con personaggi mostruosi o animaleschi ispirati sia alla fauna estinta che all’iconografia dei bestiari medievali, riecheggiata in seguito nel mondo della letteratura e del cinema fantasy.Le sculture di Karlson sono state talvolta descritte come favole, in particolare quelle che attribuiscono ai suoi animali o alle sue creature comportamenti o tratti umani al fine di commentare la società contemporanea con occhio critico.

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